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L'ESSENZA NUDA: La ricerca espressiva del sentimento umano nel nuovo progetto di Blasco Maria Patricolo L'ESSENZA NUDA: La ricerca espressiva del sentimento umano nel nuovo progetto di Blasco Maria Patricolo

L'ESSENZA NUDA: La ricerca espressiva del sentimento umano nel nuovo progetto di Blasco Maria Patricolo

Viaggio in corso d'opera che esplora la condizione umana attraverso il potente contrasto del bianco e nero


L'arte, nella sua forma più pura, è spesso una ricerca personale sui sentimenti
umani. È questa l'indagine che Blasco Maria Patricolo ha intrapreso con il suo
nuovo progetto, una serie di lavori iniziata nel 2024 e tuttora in corso d'opera.
Composta da opere realizzate a partire da modelli viventi, questa collezione si
distingue per la sua estetica essenziale e il suo profondo impatto emotivo.
La scelta tecnica è un manifesto di intenti. La maggior parte della serie, che
include opere come "Il Monolite", "Il segreto di Elena", "La danza", "La
Modella", "L'appoggio" e "L'Uomo del secolo", è realizzata con la tecnica del
carré pastel su cartoncino fondo nero (cm 29,7 x 42). Questa metodologia
permette all'artista di "scolpire" le figure con la luce, estraendole dall'oscurità.
Il bianco emerge non come colore, ma come materia luminosa che definisce
muscoli, tensioni e stati d'animo.
Sono opere marcatamente espressive: le forme non sono rigidamente
realistiche. L’intero lavoro è caratterizzato da un’atmosfera profondamente
onirica dove il corpo diventa il veicolo di una narrazione interiore. Non si tratta
di semplici studi anatomici, ma di ritratti dell'anima.
“”L’arte pittorica e grafica di Blasco Maria Patricolo rappresenta un esercizio teso alla
riappropriazione della forma, per cui il segno si concretizza in concentrazioni
significanti che mirano ad arrivare alle radici della vita tutta e dell’essere umano in
particolare. Di matrice romantica, espressionista e verista, le sue opere manifestano
la volontà di un recupero dell’antico che fonda sulla base del disegno e sull’incisività
dei contrasti fra colori timbrici la propria forza, e allo stesso tempo la quanto mai
attuale intenzione di porre in discussione la stessa esperienza dell’uomo,
costantemente divisa fra carne e spirito, affermazione di sé e dramma esistenziale.
L’attributo della santità e la necessità di affrontare il dolore del vivere sono conferiti a
quanto pare ad ogni individuo, identificato in brani e stralci di corpi, ma è
evidentemente presente anche la ricerca di una essenziale semplicità delle cose,
come negli esempi “La danza” e “Lei”.””
***
“Quella di Blasco Maria Patricolo è dunque un vero e proprio percorso di conoscenza
che esteriorizza, personalizzandole, le domande universali dell'uomo: “chi sono, da
dove vengo, dove sto andando” in percorso umanissimo e sincero che si muove tra
le pieghe del mondo.”
2
Ecce Homo
Un punto focale di questa ricerca è "Ecce Homo", il volto della sofferenza
contemporanea che l’artista ha voluto raccontare.
Tradizionalmente, "Ecce Homo" (Ecco l'uomo) evoca il momento in cui Pilato
presenta Gesù al popolo, simboleggiando la sofferenza, l'ingiustizia e la
vulnerabilità umana di fronte al potere. Questo è il punto di partenza della
riflessione.
Si tratta di un ritratto a busto realizzato in acrilico su tela (cm 60 x 80). È una
profonda ricerca in chiave contemporanea su determinati aspetti della
condizione umana.
Quest'uomo, con la testa rasata e lo sguardo così diretto e penetrante, non è
un ritratto casuale. È una figura che incarna la sofferenza, ma anche
l'ineluttabile resilienza.
L'artista ha voluto proporre una rilettura intensa, drammatica e inquietante della
figura iconica dell’Ecce Homo, spogliandola della rappresentazione
tradizionale per concentrarsi su un dettaglio devastante: la collana. La corona
di spine, simbolo universale del martirio, scende dal capo e si trasforma in un
rovo che stringe il collo del soggetto.
Nonostante questa chiara costrizione, il soggetto non cede. La muscolatura
possente suggerisce una forza interiore, una resistenza silenziosa e una
dignità inalterata di fronte alla prova.
È un'immagine che sposta il dolore da un piano divino a uno tragicamente
terreno, attuale, quasi soffocante. Lo sguardo del soggetto, fisso e provato,
quasi attonito e rassegnato, è quello di un uomo che non chiede pietà ma
interroga direttamente l'osservatore sulla realtà del nostro tempo, inducendolo
a riflettere sulla sua stessa capacità di sopportazione e resilienza.
L’intento era creare un'icona che fosse al contempo vulnerabile e tenace.
L'illuminazione è brutale e mirata. Una luce quasi abbagliante colpisce il lato
sinistro del volto, lasciando il resto sprofondare nell'ombra. Questo chiaroscuro
non è un semplice esercizio tecnico; è il mezzo con cui Patricolo esprime la
forte tensione psicologica del soggetto. L’artista ha voluto modellare le forme
con pennellate cariche e pastose, rendendo la superficie quasi scultorea. Lo
sfondo completamente nero serve a dichiarare l'isolamento: il soggetto è solo
con il suo fardello, ed è in questo isolamento che risiede la sua forza.
3
L'opera vuole essere un monito: la frase di Pilato, "Ecco l'uomo", non è solo un
riferimento storico-religioso ma una constatazione perenne della condizione
umana. Lo spettatore è costretto a guardare negli occhi non un martire lontano
ma un simile che indossa il dolore come un accessorio amaro, rendendo il
sacrificio universale un fatto quotidiano e immanente. La sua sofferenza è il
riflesso delle spine invisibili che la nostra società impone. È un'esortazione a
riconoscere la nostra umanità condivisa nel volto segnato dalla prova.
L’umanizzazione del Martire: Sebastiano
Altro tema cardine è quello di "Sebastiano", presentato in due versioni: una
potente tela in acrilico (cm 60 x 80) e uno studio in carré pastel (cm 29,7 x 42).
L'intento dell'artista è esplicito: si tratta di un'interpretazione contemporanea in
cui il soggetto viene volutamente privato del titolo di "santo". Questa scelta è
fondamentale per la chiave di lettura dell'opera. Togliendo l'aura agiografica,
l'artista ci costringe a vedere non più il martire della fede, ma l'uomo. Il focus
si sposta sul corpo trafitto, sulla resistenza umana al dolore e sull'universalità
del sacrificio. Non è più un'icona religiosa, ma un simbolo della resilienza e
della vulnerabilità umane.
Una Ricerca in Divenire
Da "La danza", che cattura l'energia del movimento, a "Il segreto di Elena", che
esplora la vulnerabilità, fino a "L'appoggio", simbolo di fatica, ogni opera
aggiunge un tassello a questa complessa "ricerca personale sui sentimenti
umani".
Il progetto, essendo ancora in corso, promette di continuare a esplorare queste
tensioni. Attraverso la purezza del bianco sul nero, Patricolo ci offre uno
specchio potente in cui la nudità fisica non è che il preludio alla messa a nudo
dell'emozione.

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